Un report di Federconsumatori svela che quasi il 60% degli utenti non risparmia cambiando contratto energetico: nel mirino le pratiche aggressive del teleselling e la scarsa trasparenza delle offerte.
Cambiare fornitore di luce e gas non sempre conviene. Anzi, in molti casi può tradursi in una spesa maggiore. È quanto emerge dal report di Federconsumatori pubblicato il 10 dicembre 2025, che analizza gli effetti reali del passaggio da un contratto energetico a un altro. I dati parlano chiaro: quasi il 60% degli utenti che decide di cambiare fornitore non ottiene alcun beneficio in termini di riduzione della bolletta, e in numerosi casi si ritrova a pagare di più.

L’indagine è stata condotta su un campione di 1.243 nuovi contratti di luce e gas sottoscritti negli ultimi 12 mesi. Particolarmente critico il dato relativo alle offerte stipulate telefonicamente: il 63% dei contratti analizzati nasce da contatti di teleselling e, di questi, quasi la metà ha comportato un aumento dei costi in bolletta. Gli altri, pur non risultando più onerosi, non hanno comunque garantito i risparmi promessi in fase di proposta commerciale.
Secondo Federconsumatori, questi numeri evidenziano una forte opacità nei meccanismi di vendita telefonica, che spesso inducono i consumatori in errore. Da qui la richiesta rivolta al Governo e alle autorità di regolazione, come Arera e Agcm, di introdurre norme più stringenti per contrastare pratiche scorrette e tutelare gli utenti da rincari ingiustificati.
I consigli ai cittadini per difendersi dal teleselling
In attesa di un intervento normativo più incisivo, l’associazione dei consumatori invita i cittadini ad adottare comportamenti prudenti. Tra le principali raccomandazioni figurano:
- ascoltare le proposte commerciali ma non accettare mai contratti per telefono;
- richiedere sempre il contratto in forma scritta e leggerlo con attenzione;
- non comunicare dati personali o codici presenti sulle vecchie bollette;
- diffidare da chi afferma che il mercato di maggior tutela sia in scadenza imminente;
- scegliere senza pressioni e confrontare le offerte tramite strumenti ufficiali;
- verificare se il prezzo dell’energia è fisso o variabile;
- ricordare che il diritto di recesso può essere esercitato entro 14 giorni;
- non firmare contratti porta a porta senza un’adeguata valutazione;
- recarsi, se possibile, presso una sede fisica del fornitore per ottenere informazioni complete.
Le richieste di Federconsumatori a Governo e Arera
Secondo l’associazione, la massiccia migrazione dal mercato di maggior tutela al mercato libero è alimentata soprattutto dall’insistenza delle chiamate commerciali. Nonostante il recente calo delle bollette, molti italiani restano attratti dalla promessa di risparmi maggiori, spesso senza avere piena consapevolezza delle condizioni contrattuali.

È vero che esistono offerte nel mercato libero potenzialmente più convenienti rispetto a quelle regolamentate da Arera, ma il consumatore deve essere in grado di individuarle, sapere che le tariffe possono variare nel tempo e conoscere le eventuali penalizzazioni indirette legate al mancato o tardivo esercizio del diritto di recesso.
Per questo Federconsumatori chiede controlli più severi e sanzioni efficaci contro le pratiche scorrette, ma anche un ruolo più attivo nel processo decisionale. L’associazione punta infatti a essere coinvolta direttamente nelle consultazioni pubbliche sulle normative e sulle delibere che incidono in modo significativo sulle tasche dei consumatori.
L’obiettivo, conclude Federconsumatori, è uno solo: garantire trasparenza, correttezza e reale convenienza in un settore che incide profondamente sulla spesa quotidiana delle famiglie italiane.





